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Trento, 7 giugno 2012


inquinamento acustico a Cristo Re
Rumore, ecco gli arrabbiati

Interrogazione presentata da Lucia Coppola dei Verdi per la Costituente Ecologista

Credo che non si possa rimanere insensibili di fronte alle giuste rimostranze dei cittadini residenti nella zona di Cristo Re che da un tempo molto lungo, cioè decenni, si trovano a sollecitare, protestare, raccogliere firme, con spirito sempre più indignato per la gravissima condizione con cui sono costretti a convivere e che si chiama “rumore” o meglio “inquinamento acustico”. Assordante e continuo.

Le risposte sono sempre state confortanti, di rassicurazione verso un’imminente risoluzione del problema, attraverso il posizionamento delle necessarie barriere antirumore. Così come è stato fatto, con successo, in altre parti della città.

Ma i fatti dimostrano esattamente  il contrario!

Si può partire dal progetto preliminare, datato 2000, per passare ai vari atti e delibere della Provincia Autonoma di Trento, per vedere come, nel trascorrere del tempo, i ritardi siano diventati inaccettabili, le modifiche in merito ai criteri di priorità sul posizionamento delle stesse barriere non sembrano supportati da valide motivazioni ed il rimando a macro progetti di interramento (prospettati da un grande nome, un personaggio di livello europeo come l' arch. Joan Busquets) in relazione alla zona ex scalo Filzi, non fanno pensare che vi sia una volontà di assolvere al dovere di tutela della salute per tutti quei cittadini che, con pazienza, hanno sperato e creduto nelle buone intenzioni delle loro amministrazioni, ma che ora si sentono imbrogliati e traditi.

L’ultimo atto lo si apprende dall’articolo pubblicato sul quotidiano L’Adige del 16 maggio 2012, dal titolo “Rumore, ecco le zone più a rischio” ,dove si riporta la classificazione di tredici aree “critiche” elaborata dal Servizio Ambiente del Comune di Trento e nelle quali gli abitanti di Cristo Re, non sono inclusi, pur essendovi in zona la presenza di una scuola materna, di un asilo nido e di ben due scuole elementari.

Certo, viene specificato che non si tratta di una definizione avvenuta a seguito di monitoraggio dei rumori, che comunque sarà realizzata nei prossimi mesi, ma di una prima indicazione da cui partire per la campagna di monitoraggio.

Alla luce di quanto esposto si chiede:

- se l’amministrazione e comunale intende prendere atto di questa situazione di altissimo e gravissimo disagio che si perpetua da decenni

- se ritiene di voler  includere la zona in questione tra le priorità da considerare e su cui agire

- nel caso in cui la risposta sia affermativa, si chiede di conoscere quando e con quali modalità ciò avverrà.

In conclusione, crediamo sia compito di ogni buon governo della città non mettere a repentaglio il diritto primario di ogni singola persona: quello alla salute. E che la pazienza dei cittadini di quella zona sia durata sin troppo.

Lucia Coppola
Verdi per la Costituente Ecologista

        

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